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MONOCOLTURA
Destinazione di grandi estensioni di terreno agricolo di un singolo stato o di una singola regione a un unico prodotto, prevalentemente indirizzato all'esportazione. Frutto del colonialismo, dal XVIII secolo segnò l'esistenza di intere aree geografiche in precedenza scarsamente coltivate ma ricche di vegetazione da frutto in grado di fornire alla popolazione indigena apporti vitaminici essenziali. Tipiche monocolture furono le piantagioni di: cotone (Egitto, Asia centrale, stati atlantici meridionali degli Usa); pepe (Indie orientali); cacao (Messico, gran parte dell'America latina atlantica e dei Caraibi, Ghana, parte dell'Indonesia); canna da zucchero (Antille); caucciù (Brasile e Malesia); caffè (Africa orientale, Yemen, Colombia, Brasile); (India settentrionale, Sri Lanka); banane e arachidi (America latina tropicale e Africa tropicale). Per estensione si usa chiamare monocoltura anche la produzione estrattiva, in specie di petrolio (Messico, Venezuela, Iran, Iraq, Libia, Arabia saudita ecc.), che in taluni paesi del Terzo mondo impedì la nascita di altre attività economiche socialmente più utili.
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